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Squalo tigre

 

Galeocerdo cuvier (Péron e Lusueur, 1822)

 

Classificazione: 
Ordine: Carcharhiniformes, Famiglia: Carcharhinidae

 

Nomi comuni in altre lingue:

 

  •  Inglese: tiger shark

  •  Francese: requin tigre

  •  Spagnolo: alecrin, amarillo

 

Morfologia:

dimensioni ragguardevoli, corpo massiccio, muso corto e largo.  Queste striature, tuttavia, tendono a scomparire con l’età. Il tigre ha un corpo massiccio con pinne pettorali relativamente piccole.  In prossimità del peduncolo caudale sono presenti piccole carene. Il dorso è grigio-marrone, mentre il ventre bianco. 

Fig. 1: Squalo tigre (Foto Daniele Butera)

Colorazione:  caratteristiche striature scure sui fianchi che richiamano, per l’appunto, quelle delle tigri (da cui il loro nome caratteristico). Le striature tendono a scomparire con l'età. La linea di demarcazione tra la zona scura e quella chiara del corpo è spesso irregolare e diversa da individuo a individuo. 

Forma dei denti: a "cresta di gallo", con cuspidi ricurve verso l'esterno della bocca, dentatura estremamente caratteristica e inconfondibile.

 

Tipo di sviluppo embrionale: Viviparo. 

Numero di piccoli per figliata: da 30 a 50 piccoli. 

Dimensioni alla nascita: 50-76 cm

Dimensioni alla maturità sessuale:  maschio da 230 cm a 290 cm, femmina da 250 a 325cm. Vita media di circa 20 anni. 

Dimensioni massime misurate: mediamente 4-5m, ma può raggiungere i 6m.

Dieta: prevalentemente pesci ossei e crostacei prelevati da fondali sabbiosi o fangosi, occasionalmente piccoli squali e uccelli marini. 

Habitat: questo squalo si trova in diversi habitat, ma predilige le aree costiere con acque temperate e tropicali. Può spingersi in acque poco profonde quali quelle delle lagune, porti o dei pressi delle foci dei fiumi. Spesso sta in superficie, ma è stato segnalato anche a profondità di oltre 350 metri.

Distribuzione geografica: zone costiere dell'Atlantico orientale e occidentale, Oceano Pacifico, Mar Rosso. Alcuni individui sono stati segnalati nell'Atlantico settentrionale, nei pressi dell'Islanda, ma è un fatto casuale, piuttosto che ordinario.

Fig. 2: aree di diffusione dello squalo tigre

Comportamento: questa specie non va sottovalutata. Sebbene inizialmente timida, una volta superata l’incertezza iniziale può avvicinarsi molto agli esseri umani. Normalmente nuota in modo lento e rilassato tra i subacquei, ma è capace di improvvise accelerazioni. E’ consigliabile aspettare che sia l’animale ad avvicinarsi, piuttosto che avvicinarsi a lui direttamente. Così come la maggior parte delle specie di squalo più grandi, la sua zona interpersonale è piuttosto piccola e tende, quindi, ad avvicinarsi molto (spesso ad una distanza inferiore a quella della sua lunghezza totale). Nel caso sia presente cibo in acqua, questa distanza può azzerarsi del tutto. Sfortunatamente, gli incidenti con questa specie stanno aumentando per via della pratica sempre più diffusa del feeding in loro presenza. In realtà non è l’animale che cambia il proprio comportamento diventando più aggressivo, ma è spesso l’impreparazione degli operatori o delle guide preposte alla sicurezza dell’immersione a generare situazioni potenzialmente pericolose. Inoltre, frequentemente i subacquei che partecipano a questo tipo di immersioni non vengono informati correttamente su come comportarsi nel corso di un’interazione o su come reagire nel caso l’animale si faccia più inquisitivo. Ancor peggio, talvolta sono i turisti stessi ad agire deliberatamente in modo sconsiderato provocando un incidente. 

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