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Ultime notizie

2° semestre 2014
Il numero 59

Fabrizio, 3 luglio 2014

 

Mezza tonnellata di peso, tre metri di lunghezza, ed è il numero 59. Tanti sono gli esemplari di Megamouth (o “squalo bocca grande”) mai osservati da occhio umano. Purtroppo, anche in questo caso, l’esemplare in questione è stato catturato accidentalmente nelle acque di Caygan de Oro City, nelle Filippine. La prima cattura (il famoso Megamouth n° 1) risale a “soli” 38 anni fa alle isole Hawaii. La peculiarità di questa specie (oltre ad essere obbiettivamente “bruttina” a vedersi) è quella di nutrirsi essenzialmente di plancton, così come gli altri due squali filtratori: il balena e l’elefante. Curiosamente, a dispetto della rarità nelle osservazioni, meno di due mesi fa era stato catturato un altro esemplare al largo di Shizukoa, in Giappone. 

 

Foto: Sun Star

(Ennesimo) incidente a Manhattan Beach, Ca.

Fabrizio, 7 luglio 2014

 

Manahattan Beach è una delle spiagge più famose della California. Allo stesso tempo, è una delle meno raccomandabili dal punto di vista degli incidenti con gli squali. Proprio ieri, un nuotatore è stato vittima di un morso di uno squalo bianco. Secondo la ricostruzione di alcuni testimoni, che hanno documentato fotograficamente l'accaduto, uno squalo bianco, preso all'amo da uno dei tantissimi pescatori che praticano il loro sport preferito sul molo della spiaggia, mentre tentava di liberarsi strattonando la lenza è incappato nello sfortunato nuotatore, mordendolo al torace. Le ferite sono state lievi, per quanto lievi possano essere quelle lasciate da uno squalo bianco. Vista la dinamica dell'accaduto, si tratta sicuramente di un morso da stress. Tuttavia, è da anni che il dr. Erich Ritter fa presente alle autorità locali che Manhattan Beach, per la sua conformazione e per la presenza contemporanea di squali bianchi, surfisti, nuotatori e pescatori è una spiaggia ad alto rischio di incidenti.

Trecento esperti bocciano il culling

Fabrizio, 10 luglio 2014

 

Il cosiddetto "shark culling" non serve a niente. E' il succo di un rapporto scritto, firmato e consegnato alla Western Australia Environmental Protection Authority (EPA), da oltre trecento ricercatori, ecologi e biologi marini di tutto il mondo. La professoressa Jessica Meeuwig, della University of Western Australia, ha chiaramente dichiarato alla stampa che, se secondo il parere di trecento tra i maggiori esperti di squali di tutto il mondo le catture (non selettive) degli squali attualmente in atto in Australia non sono la soluzione per limitare gli incidenti con i bagnanti, evidentemente la politica sostenuta dall'EPA non ha alcun fondamento scientifico. All'interno del rapporto si evidenzia come il 78% delle specie catturate indiscriminatamente sia, di fatto, inoffensiva per l'uomo. Viene, inoltre, concluso come la politica del Governo sia inefficace ed altamente dannosa per la conservazione delle popolazioni di squali che abitano le acque australiane. Resta da vedere se ora prevarrà il buonsenso, o se il culling proseguirà sull'onda di interessi politici.

Spiaggiamento sfiorato per uno squalo bianco

Fabrizio, 15 luglio 2014

 

Per chi si chieda se gli squali bianchi vengono a riva, la risposta è nella foto a fianco. Le immagini sono state scattate da una famiglia che stava passeggiando a Coronation Beach (Western Australia). La scena che si sono trovati di fronte è abbastanza fuori dal comune: uno squalo bianco di circa tre metri  a pochi metri da riva. Il video, girato dalla famiglia con uno smartphone ed esaminato dagli esperti, indica che l’animale era in stato di stress. Una prima ipotesi è che si trattasse di un esemplare malato, mentre la seconda, più probabile, che il giovane squalo bianco sia rimasto intrappolato tra la riva e un banco di sabbia sommerso e che stesse cercando una via di fuga. Ancora una volta risulta piuttosto evidente come spiagge con banchi di sabbia superficiali o sommersi siano da evitare, se non si vuole incappare in incontri indesiderati. Dopo un paio di tentativi, l'animale è comunque riuscire a trovare la propria strada verso il mare aperto. 

Un altro incidente a New Smyrna Beach, Florida

Fabrizio, 16 luglio 2014

 

E siamo a 5. Tanti sono gli incidenti registrati a New Smyrna Beach (Contea di Volusia, Florida) dall'inizio dell'anno. Questa volta a "sentire" i denti di uno squalo è stato un ragazzino di 14 anni che si trovava a pochi metri da riva. Per fortuna niente di grave, ma solo ferite superficiali ad un piede e un bello spavento. Non si sa quale sia la specie responsabile, ma molto probabilmente si tratta di un pinna nera.

Solo cinque settimane fa (vedi notizia "La capitale mondiale dei morsi di squalo" del 3 giugno 2014, alla sezione news del primo semestre 2014) una famiglia aveva ripreso con una action cam cosa stesse succedendo tra le gambe dei bagnanti: squali un po' ovunque. La spiaggia, come più volte segnalato dal dr. Erich Ritter, ha una serie di caratteristiche che la rendono inadatta alla balneazione per via della contestuale presenza di: accesso al porto, banchi di sabbia, scarsa visibilità, pescatori sportivi, surfisti, nuotatori e squali.

Uno squalo nel lago Ontario?

Fabrizio, 17 luglio 2014

 

Qualche giorno fa compare un video su Youtube che ritrae quattro amici a pesca su un pontile del lago Ontario (Canada). Nel corso della breve carrellata su tre dei quattro protagonisti, sullo sfondo compare una sagoma di un presunto squalo che arraffa l'esca direttamente da uno dei tre ami in acqua. Le immagini sono piuttosto confuse e mal esposte, ma chi ha montato il video ha avuto l'accortezza di reinserire i fotogrammi al rallentatore. In una prima fase sui social networks si grida allo squalo zambesi, ma è piuttosto evidente che le dimensioni, morfologia del muso e proporzioni dell'animale non abbiano niente a che fare un C. leucas. Inoltre, il movimento fatto dal presunto squalo ricorda più quello di un cetaceo, ma dello sfiatatoio nemmeno l'ombra. Infine, non vi è traccia della pinna caudale che avrebbe dovuto comparire in superficie quando l'animale si è nuovamente immerso. Oggi, a quanto sembra, il video è stato catalogato come un ennesimo fake. D'ora in avanti bisognerà fare molta attenzione a dare giudizi sui contenuti di video comparsi sul web. Sembrerebbe che i fake-fanatics stiano diventando piuttosto abili nel "taroccare" le immagini.

Un mako a Ostia

Fabrizio, 18 luglio 2014

 

Nelle nostre acque, contrariamente a quanto si pensa, nuotano diverse specie di squalo. Una di queste è il mako, un lontano (ma neanche troppo) parente dello squalo bianco. Ieri un gruppo di pescatori, che si stava allenando alla pesca al tonno, ha vissuto un incontro abbastanza straordinario con uno di questi squali.  Uno di loro, al posto di prendere all'amo un tonnetto, ha infatti catturato accidentalmente un piccolo di mako. Fortunatamente i pescatori hanno avuto il buon senso di liberare l'animale, non dopo aver fatto parecchia fatica ad avvicinarlo alla barca. Il mako è anche conosciuto come "dinamite blu" per via della sua colorazione bluastra, la velocità esplosiva e il temperamento da combattente. E' di pochi mesi fa la notizia di una cattura record in Florida di un esemplare adulto di oltre tre metri e tre quintali e mezzo di peso.

Per vedere il video pubblicato da Repubblica: http://video.repubblica.it/edizione/roma/squalo-mako-a-ostia-la-sorpresa-dei-pescatori/172641/171191?ref=HRESS-14

Strana morte per uno squalo bianco

Fabrizio, 22 luglio 2014

 

La scorsa settimana veniva diffuso un video di uno squalo bianco a rischio spiaggiamento a Coronation Beach (vedi notizia 15/07/14). Due giorni fa, presumibilmente lo stesso esemplare è stato trovato morto sulla medesima spiaggia australiana. I biologi intervenuti sul posto hanno constatato che l'animale, di lunghezza pari a circa 4 metri, non presentava ferite nè apparenti menomazioni fisiche, almeno esternamente. La sorpresa è giunta una volta esaminato "l'interno" del corpo dello squalo, dove  è stato trovato incastrato un grosso leone marino. La conclusione della vicenda è piuttosto incerta, ma i responsabili delle indagini hanno ipotizzato che "l'oggetto estraneo", incastrato all'interno del corpo dello squalo, possa averlo inizialmente indotto a comportarsi in modo strano in occasione del mancato spiaggiamento, per poi creargli vere e proprie lesioni interne, o impedirgli di "respirare" correttamente.

Insomma, a quanto sembra, la povera bestia si è "strozzata" con un boccone troppo grosso.

Capopiatto in Sardegna

Fabrizio, 29 luglio 2014

 

Dopo lo squalo volpe di aprile, l'elefante di maggio e il mako di pochi giorni fa, è nuovamente ora di parlare di squali del Mediterraneo. Questa volta, ad essere stato catturato è uno squalo "capopiatto" (Hexanchus griseus) di tre metri per oltre mezza tonnellata di peso. Per la verità si tratta della terza cattura di questa specie nel 2014 (altri due esemplari sono stati pescati a Manfredonia e al Giglio).  L'animale è rimasto intrappolato nelle reti di tre pescatori al largo di Buggerru, nella zona sud-ovest della Sardegna.

Visto il peso dell'esemplare, il recupero della carcassa ha richiesto l'impiego di un argano. Il capopiatto è uno squalo di profondità, il più grande della famiglia Hexanchidae. Una delle sue caratteristiche è la posizione molto arretrata della pinna dorsale e la presenza di sei fessure branchiali.

Purtroppo, anche in questo caso, si tratta di una specie classificata come estremamente vulnerabile.

Trasporti eccezionali

Fabrizio, 3 agosto 2014

 

Di foto analoghe sul web ne circolano tante: cani, frigoriferi, famiglie intere trasportate su motorini. Ma due tonnellate di squalo trasportate su un carretto non si erano ancora viste.

Qualche giorno fa un pescatore cinese, al largo della costa della provincia del Fujian,  ha catturato nella sua rete uno squalo balena di venti quintali e cinque - sei metri di lunghezza. Non sapendo come trasportarlo al mercato del pesce di Xiangzhi, ha pensato bene di farlo utilizzando il suo carretto. La carne dello squalo balena, così come le sue pinne, sono considerate pregiate in molti stati asiatici e la specie è quindi sottoposta a pesca intensiva, nonostante sia a rischio estinzione.

In Australia, Filippine, Thailandia, India, Malaysia, Messico, Maldive e Honduras gli squali balena, ad esempio, sono stati dichiarati specie protetta.

Cosa c'è di educativo?

Fabrizio, 4 agosto 2014

 

Da network televisivi del calibro della NBC ci si aspetta qualcosa di meglio. Giovedì scorso è andata in onda la prima puntata della serie televisiva "Shark Hunters". Probabilmente a corto di idee per nuove trasmissioni televisive intelligenti, il Network ha pensato bene di produrre una serie di sei puntate dedicate ad un celebre torneo di pesca che si tiene tutti gli anni a Long Island (USA). Obbiettivo del torneo è quello di catturare lo squalo più grande possibile. In altre parole, in ogni puntata gli equipaggi che partecipano alla competizione si sfidano a colpi di canna da pesca ed esultano alla cattura di mako, verdesche o altri squali pelagici. La trasmissione è "altamente educativa", dal momento che offre la meravigliosa opportuinità di vedere animali agonizzanti che si dibattono sul ponte delle imbarcazioni, o che pendono, appesi per la pinna caudale, su moli e banchine. Al di là dell'idiozia nel continuare a promuovere tornei di questo tipo, ci si chiede quale sia il valore aggiunto di una trasmissione che non fa altro che dare risalto allo sterminio di questi animali già sottoposti alla pressione insostenibile della pesca intensiva. 

Tristemente affettato

Fabrizio, 5 agosto 2014

 

Eccoci qui. Sono passati due giorni dalla notizia del trasporto eccezionale dello squalo balena di cinque metri catturato "accidentalmente" da un pesctore cinese, quando ci troviamo a mostrarvene l'ingloriosa fine. L'immagine a lato è stata scattata ieri al mercato di Fujian. Le due tonnellate di squalo sono state letteralmente "affettate" per ricavarne bistecche. Seppur nella tristezza della notizia, c'è  da sottolineare che, quantomeno, questa volta l'animale non è stato spinnato per essere poi lasciato morire agonizzante, ma ne è stata utilizzata l'intera carcassa. Non che ci sia da esserne felici, ma uno dei lati peggiori del finning è propio questo: circa il 95% dell'animale viene letteralmente "buttato via" come se fosse spazzatura. 

Sebbene il finning continui ad essere una piaga ben lontano dall'essere eliminata, stando a stime recenti sembra che ad Hong Kong - uno dei principali importatori di pinne di squalo - la richiesta di pinne sia recentemente calata del 90%. C'è da sperare che il buon senso si diffonda nel resto dei paesi orientali.

"Allarme" squali nel Mediterraneo

Fabrizio, 6 agosto 2014

 

Il 28 luglio scorso, l'avvistamento di alcune verdesche vicine a riva è stato sufficiente a scatenare, come al solito, il panico in alcune località balneari del sud della Francia e della Spagna. Il fatto è passato abbastanza inosservato in Italia, ma alcune note spiagge turistiche iberiche e transalpine, in questo periodo piuttosto affollate di bagnanti, sono state chiuse a titolo precauzionale (addirittura sei nei pressi della sola Barcellona). Ad un solo giorno di distanza, il 29 luglio, un adolescente in vacanza in Corsica ha filmato  una verdesca di circa un metro che nuotava tranquilla in acque poco profonde. Lo stesso giovane ha dichiarato che l'animale non ha mostrato alcun segno di interesse nei confronti delle persone in acqua. Le edizioni online di diversi quotidiani hanno pubblicato la notizia intitolandola "dramatic footage": "ripresa eccezionale". 

La domanda è: che cosa c'è di eccezionale nel filmare uno squaletto di un metro che nuota nel suo ambiente naturale, senza dare segno di aggressività alcuna? 

Altra verdesca, questa volta in Sardegna

Fabrizio, 7 agosto 2014

 

Sembra che questa sia proprio l'estate degli squali del Mediterraneo. E' di ieri la notizia di un'altra verdesca avvicinatasi a riva nella zona di Badesi, in Provincia di Sassari. L'avvistamento è stato testimoniato con un video amatoriale ripreso da uno smartphone di un turista presente sul posto.

L'animale, probabilmente disorientato, si è spinto sempre più a riva fino a ad arrivare a due metri dal bagnasciuga. Inutile dire che, anche a giudicare dall'audio del filmato, si sono scatenate scene di panico tra i bagnanti, nemmeno si fosse trattato di un megalodon di dieci metri. D'altra parte, l'immagine diffusa dai media è sempre la stessa, quindi non c'è da stupirsi che la maggior parte delle persone abbiano il terrore di questi animali.

Il video è a questo link, ma non vi aspettate niente di straordinario: http://notizie.tiscali.it/regioni/sardegna/articoli/14/08/07/squalo-badesi-video-intervista.html 

 

Pinne di squalo nel giardino di casa

Fabrizio, 11 agosto 2014

 

A volte noi ci troviamo le lumache o, al limite, un gatto. Ma nei giardini di casa, in Florida, capita di trovare delle pinne di squalo. Una signora di Fort Walton Beach (FL, USA), venerdì scorso, uscendo di casa ha fatto una strana scoperta: alcune pinne di squalo tagliate di fresco che giacevano sul pontile del suo giardino. La donna, allarmata dalla scoperta, ha avvisato le autorità locali che però non hanno saputo individuare a quale specie di squalo fossero appartenute le pinne. Secondo le leggi locali, solo alcune specie possono essere pescate e, comunque, utilizzando solo sistemi autorizzati. Nella zona sono presenti squali martello, limone, leucas, tigre e molte altre specie. Quello che non è chiaro è come quelle pinne siano finite sulla proprietà della signora, ma sembrerebbe che qualche pescatore locale abbia tentato di fare "canestro" nel bidone della spazzatura presente sul molo, fallendo clamorosamente il tiro. Nonostante le leggi della Florida disincentivino la pesca degli squali, questi animali sono tuttora una specie target di moltissimi pescatori sportivi.

 

Un altro squalo a Ostia, ma questa volta a riva

Fabrizio, 12 agosto 2014

 

Sembrerebbe che il Mediterraneo quest'anno si sia trasformato nel Mar dei Caraibi, a giudicare dal numero di avvistamenti di squalo delle ultime settimane: un mako al largo di Ostia, verdesche in Spagna, Corsica, Francia e Sardegna e, ieri, un altro "blue shark" (una verdesca, per l'appunto) a Ostia. 

Questa volta l'animale ha attraversato il litorale passando di fronte a sei stabilimenti balneari, giungendo a pochissimi metri da riva. In questo caso, però, i testimoni dicono che fosse accompagnato da un altro squaletto più piccolo. Logicamente i filmati ripresi dai telefonini di decine di persone stanno facendo il giro della rete, tra social network e testate giornalistiche. 

E' abbastanza scontato il fatto che si sia scatenata la psicosi da squalo in tutta la zona. E' strano, comunque, che così tante verdesche - squali tipicamente pelagici - si siano spinte così sotto costa in un così breve lasso di tempo.

 

 

Paura degli squali e sterminio di delfini, qual è il nesso?

Fabrizio, 13 agosto 2014

 

L'hanno scoperta da poco e già la popolazione è in netto declino per colpa... nostra. Si tratta di una nuova specie di delfino dell'Australia settentrionale, osservata per la prima volta poco tempo fa. Appartenente al genere "Sousa", il "nuovo" delfino non ha ancora un nome, ma si sa che popola le acque a nord del paese dei canguri. Purtroppo, la nostra paura degli squali sta già mettendo in pericolo questa nuova specie. Studi recenti hanno infatti evidenziato come le reti antisqualo messe a protezione delle spiagge intrappolino un numero significativo di esemplari di Suse. Il paradosso è che le reti non costituiscono una barriera invalicabile per gli squali, in quanto vengono piazzate in modo discontinuo. La cosa curiosa è che moltissimi squali (oltre che delfini, razze, tartarughe marine ed altri abitanti del mare) vi rimangono intrappolati sul lato affacciato verso la costa. In altre parole, si impigliano proprio mentre si stanno spostando verso il mare aperto. Ogni giorno, le reti del Sudafrica e dell'Australia contribuiscono allo sterminio degli squali e, con essi, a quelli di molte altre innoque creature marine. Per questo motivo è allo studio un sistema, basato sull'emissione di impulsi elettrici, che disincentivi gli squali ad avvicinarsi alle reti. 

 

Shark Week: un'occasione persa

Fabrizio, 14 agosto 2014

 

Siamo nel pieno della famosa "Shark Week" di Discovery Channel. In teoria il programma dovrebbe far conoscere meglio questi animali al grande pubblico, passando il messaggio che il vecchio concetto di "mostro assetato di sangue" è ormai datato e retaggio dell'immagine del film "Lo squalo".

Purtroppo il livello medio dei documentari è piuttosto scadente e fuorviante. Dopo il capolavoro dedicato ad un ipotetico Megalodon ancora in vita, in questa edizione si è riproposto un documentario simile, in cui si ipotizza la presenza di un mostro di 12 metri che terrorizza le coste del Sudafrica. Peccato che parte degli "scienziati" intervistati nel documentario siano di fatto degli attori, che alcuni biologi citati nella trasmissione non esistano e che, ad un certo punto, compaia una scrittina che cita che i contenuti del "documentario" sono "controversi". Un po' come dire: "hey, sentite qui che storia abbiamo da raccontarvi, ma non ci credete troppo". Va da sè che la scrittina non la legge nessuno e che, esplicitamente, scredita i contenuti del programma. Purtroppo, una serie di documentari che potrebbero essere educativi e seriamente informativi si stanno trasformando in una pagliacciata, in cui l'unico obbiettivo reale è quello di fare audience. 

 

"Travolto" da uno squalo balena

Fabrizio, 19 agosto 2014

 

Più o meno è come essere investiti da un autobus. Pochi giorni fa, nell'Atlantico, una coppia di pescatori subacquei si è trovata in una situazione piuttosto inusuale. Mentre uno dei due "giocherellava" con un tonnetto, il secondo ha fatto appena in tempo a voltarsi per riprendere un enorme squalo balena in avvicinamento rapido. Con un "balzo felino" (per quanto felino possa essere un movimento fatto sott'acqua) è riuscito a scampare per un pelo la collisione con il grosso animale. Non è infrequente che i subacquei vadano a sbattere o vengano "investiti" dagli squali balena, principalmente per via della scarsa visibilità (di norma gli squali balena si nutrono di plancton, la cui presenza rende l'acqua torbida e lattiginosa). In questo caso, nonostante l'ottima visibilità, l'animale ha puntato dritto il subacqueo per una ragione piuttosto evidente. Nel video (http://www.wafb.com/story/26267851/close-call-massive-whale-shark-crashes-into-photographer) si vede chiaramente che lo squalo è interessato ad un retino pieno di pesce appena pescato che galleggia a mezz'acqua. Questa volta si è trattato di un innocuo squalo balena, ma è sempre bene portare fuori dall'acqua il pescato se si vuole evitare di incappare in qualche predatore potenzialmente eccitato dalla scia odorosa.

A Taiwan le abitudini non cambiano

Fabrizio, 21 agosto 2014

 

Si chiama Dave Ebert ed è ricercatore, nonchè direttore, del Pacific Shark Research Centre. Dagli anni ottanta viaggia per tutto il mondo studiando gli squali. Quest'anno ha deciso di recarsi a Taiwan, con il duplice obbiettivo di fare un po' di vacanza e di girare un documentario per la BBC. Intervistato da una giornalista americana, ha dato la sua opinione sullo stato del commercio di pinne di squalo nella zona. A quanto sembra, nonostante in tutto il mondo (a partire dagli Stati Uniti) il consumo di pinne di squalo stia gradualmente diminuendo (sebbene molto lentamente), la cultura orientale si erge ancora ad ultimo baluardo di questa tradizione insensata. Da un giro esplorativo in negozi specializzati in questo tipo di prodotto è emerso chiaramente che la clientela non manchi, così come la materia prima. Al di là di questa notizia, che non sorprende più di tanto vista la tradizione secolare che vuole la zuppa di pinne di squalo come piatto principale di ogni banchetto che si rispetti, quello che è allarmante è la tipologia di pesce commercializzato nei principali mercati ittici della città. Mentre fino a qualche anno fa le specie più rappresentate erano quelle di superficie, ora si sta andando a pescare sempre più in profondità, fino a 800-900m. Questo è un chiaro segnale di come la pesca intensiva stia sterminando gran parte del patrimonio ittico, squali inclusi. 

Le "specie più pericolose"

Fabrizio, 22 agosto 2014

 

Finalmente! Ora sappiamo quali sono le specie veramente pericolose, dal momento che è uscita recentemente una classifica stilata da esperti. Quest'ultima cita, in ordine di pericolosità decrescente: lo squalo bianco, lo squalo tigre e lo squalo zambesi. Seguono a ruota: il genere Carcharhinus , il toro, il pinna nera oceanico, il ramato, il wobbegong, il martello maggiore e lo spinner. Ora possiamo stare più tranquilli, perchè sappiamo da quali specie mantenerci a distanza. Ma.. aspettate un momento... non è che, per caso, lo squalo bianco, il tigre, lo zambesi hanno una dentatura particolare e i loro morsi sono inconfondibili e quindi vengono identificati più facilmente? Tra l'altro, ora che ci penso... ma il pinna nera oceanico, il martello maggiore, lo spinner e il ramato appartengono al genere Carcharhinus, quindi come mai sono fuori da questo gruppo che viene conteggiato a parte? E poi, sono quasi sicuro di aver letto da qualche parte che se calpesti un serpente, un cane o un gatto è molto probabile che questo ti morda. Non sarà forse la stessa situazione del wobbegong, appartenente al gruppo degli "squalo tappeto" così chiamati perchè se ne stanno quatti quatti sul fondale in attesa che qualcuno li calpesti inavvertitamente? 

Forse, a ben pensarci, questa classifica non è molto attendibile. 

Squali "rosicchia-cavi"

Fabrizio, 25 agosto 2014

 

Se vi crolla la connessione, sappiate che potrebbe essere colpa di uno squalo. Recentemente è emerso che una delle preoccupazioni di colossi come Google è proprio questa: che uno squalo "rosicchi" uno dei tanti cavi sottomarini che trasportano i dati da un continente all'altro. Il tesoro da proteggere, in questo caso, è un reticolo sottomarino che consente di trasferire dati alla velocità "supersonica" di 60 Tbps. In realtà, questa passione per i cavi sottomarini esiste da sempre. Già a metà degli anni ottanta si parlava di morsi alle linee dati, con danni quantificabili in 250.000 dollari a riparazione. Per porre un limite al fenomeno, i colossi del web stanno pensando a delle soluzioni a "prova di morso", basate su guaine in materiale simile al Kevlar. Si tratterebbe di un nuovo materiale da avvolgere attorno ai cavi, molto simile al polietilene e in grado di resistere ai denti degli squali.  

Il problema, in verità, non è solo legato all'ambiente acquatico, ma anche a quello terrestre. Sulla terraferma, non sono i grandi squali di profondità a costringere Google e soci a correre ai ripari, ma i piccoli e dentuti scoiattoli.

 

Stop al finning in Nuova Zelanda

Fabrizio, 26 agosto 2014

 

Anche la Nuova Zelanda si allinea alle moltissime nazioni che hanno decretato lo stop al finning.

Con un decreto lampo, la nazione dei "kiwi" ha stabilito che - a decorrere dal primo di ottobre 2014 - lo spinnamento degli squali sarà vietato in tutte le proprie acque territoriali. Tuttavia, c'è chi contesta i tempi della decisione, dal momento che la legge diventerà pienamente operativa in tutte le sue forme e sfaccettature, solo dall'ottobre del 2016. Alcuni ricercatori hanno infatti calcolato che le tempistiche previste sono troppo lunghe e determineranno, comunque, l'uccisione di un numero impressionante di squali. La specie maggiormente soggetta allo spinnamento nelle acque territoriali neozelandesi è la verdesca, per la quale si stimano circa 5000 catture all'anno finalizzate al solo asporto delle pinne.

A prescindere dai detrattori della legge, è comunque un bel passo avanti verso l'abolizione di questa pratica estremamente deleteria per animali già fortemente sotto la pressione della pesca intensiva. Negli ultimi tre anni, comunque, il fronte anti-finning si sta diffondendo a macchia d'olio, dagli Stati Uniti al Canada, fino ad oriente in paesi tradizionalmente affezionati a questo tipo di attività.

 

"Shark hunters": uno sponsor si ritira

Fabrizio, 27 agosto 2014

 

Il 4 di agosto pubblicavamo una notizia riguardante la trasmissione della NBC "Shark Hunters". L'idea era quella di far riflettere su un programma a dir poco idiota: squadre di pescatori che si sfidano a catturare lo squalo più grosso. Peccato che le specie target (non che le altre siano meno importanti) fossero grandi squali pelagici come mako, verdesche e squali volpe, già estremamente sotto la pressione della pesca intensiva. Proprio in quei giorni partiva una petizione indirizzata al network televisivo, con la richiesta di sospendere il programma, visto il contenuto altamente diseducativo (cosa c'è di interessante nel vedere dei poveri animali che si dibattono appesi ad un amo?). A quanto sembra, la petizione inizia a sortire i suoi effetti. E' di ieri la notizia che uno dei maggiori sponsor del programma si è ritirato, scusandosi per aver finanziato la trasmissione. La motivazione addotta è che non è possibile verificare nel dettaglio i contenuti di tutte le trasmissioni e che il loro spazio pubblicitario è stato acquistato in buona fede. Ad oggi, a tre settimane di distanza, la petizione ha già raccolto 80.000 firme. Con un piccolo sforzo è probabile che si riesca a convincere la NBC a cancellare le prossime edizioni del programma. Per firmare (ci vuole un minuto), clicca qui: http://www.change.org/p/nbc-nbcsn-cancel-sharkhunters-sharks?tk=_BQOdEa3_YqO1VHpybO19TxvlKv1Qms0i_kwwX671Zs

"You're gonna need a bigger boat"

Fabrizio, 29 agosto 2014

 

Uno squalo viene avvistato vicino a riva da un elicottero della polizia e scattano subito gli scherzi, sulla falsariga del film "Lo squalo". E' sucesso nei pressi di un'affollata spiagga del Massachussets, dove gli ignari bagnanti si trovavano a pochi metri da uno squalo stimato essere lungo intorno ai tre metri. Le foto scattate dalla fotocamera dell'elicottero sono state sottoposte al giudizio di alcuni esperti locali, che hanno identificato l'animale come un giovane (ma neanche troppo) di squalo bianco. Come misura precauzionale, le spiagge sono state chiuse, fintanto che lo squalo si è allontanato definitivamente. 

La cosa curiosa è che, poco dopo l'annuncio dell'avvistamento, l'elicottero ha continuato a sorvolare l'area, scoprendo una scritta a caratteri cubitali, tracciata sul bagnasciuga, che parafrasava le parole dell'ispettore Brody del film lo squalo: "you're gonna need a bigger boat" (vi servirà una barca più grande). La frase, totalmente improvvisata da Roy Scheider durante le riprese, non è mai passata passata di moda ed è tuttora utilizzata per sottolineare situazioni limite e che richiedono mezzi di molto superiori a quelli che si hanno a disposizione per poter essere fronteggiate in modo adeguato. 

Incontro "ravvicinato" in Florida

Fabrizio, 1 settembre 2014

 

La descrizione dell'evento, pubblicata su un quotidiano online, cita: "Lo squalo caccia vicino a riva: panico tra i bagnanti. In fuga per mettersi in salvo: la corsa dei turisti vicino al Silver Beach Towers resort di Destin, in Florida (Usa), mentre uno squalo si avvicina pericolosamente alla riva inseguendo una manta". Di cosa si tratta? Di un filmato, girato dall'alto da una videocamera di sorveglianza, dove si vede una coppia di turisti in acqua al centro dell'inquadratura. Alla loro destra una razza (non una manta), alla loro sinistra uno squalo (si direbbe un martello). La razza si fa i fatti propri, lo squalo martello anche (salvo cacciare un paio di pesci che si aggirano nei pressi della riva) e i turisti, probabilmente avvisati dell'avvistamento, si allontanano dall'area, senza che il "terribile" predatore li consideri minimamente.

In conclusione, il solito titolone sensazionalistico. Evidentemente ai giornalisti insegnano che alla parola "squalo" è sempre necessario abbinarne una a scelta tra: "drammatico, panico, fuga, terrore eccetera eccetera". Se volete dare un'occhiata al filmato: http://video.repubblica.it/natura/lo-squalo-caccia-vicino-alla-riva-panico-tra-i-bagnanti/175882/174528?ref=HRESS-28

Il ritorno di Valerie Taylor

Fabrizio, 3 settembre 2014

 

Più che di un ritorno, si tratta di una presenza costante nel campo della conservazione dell'ambiente marino. Stiamo parlando della leggendaria Valerie Taylor. Ex campionessa di pesca subacquea, foto e video operatrice, documentarista e conservazionista convinta. La Taylor, rimasta vedova dell'altrettanto celebre Ron Taylor, è stata una delle primissime, se non la prima in assoluto, donne ad immergersi tra gli squali, in un'epoca (i lontani anni sessanta) in cui di questi animali si sapeva poco o nulla. I coniugi Taylor sono sempre stati in prima linea nella protezione degli squali bianchi e degli squali in generale e in questi giorni, alla tenera età di 88 anni, Valerie è tornata in campo per protestare contro una legge assurda proclamata dal governo australiano. Il testo prevede che ampie superfici appartenenti all'area marina protetta dell'Australia meridionale vengano nuovamente aperte alla pesca. La Taylor si è presentata da sola, davanti al parlamento, per protestare contro quella che sembra essere una porta aperta verso la distruzione della vita sottomarina in una zona ripopolatasi proprio grazie alle misure restrittive nei confronti della pesca. Con un accorato discorso, la Taylor si è rivolta ai politici locali chiedendo il ritiro della legge, ma resta da vedere se la lobby dei pescatori locali non abbia un peso superiore rispetto a quello di una donna che ha fatto la storia delle immersioni con gli squali.

Terminata la prima edizione di Click on Lampedusa

Fabrizio, 21 settembre 2014

 

Si è chiusa venerdì 19 settembre la prima edizione della manifestazione Click on Lampedusa. Siamo stati invitati per tenere alcuni workshop sull'interazione uomo-squalo e far conoscere meglio questi animali ai turisti che visitano l'isola (l'unica in Italia dove sia possibile incontrare gli squali quasi a colpo sicuro). Hanno partecipato grossi nomi del mondo della fotografia e della subacquea, come Canon e Easydive, della carta stampata (Sportsweek e National Geographic), oltre che 7 diving di Linosa e Lampione. La manifestazione è un contenitore di eventi che prevedono dai corsi in aula (bellissimo il workshop fotografico tenuto da Canon), alle immersioni, alla prova di materiale sub (come la nuova custodia Leo 3 di Easydive).

Ma Clickon è stata, soprattutto, una competizione fotografica. Le sette squadre appartenenti ai 7 diving si sono sfidate a colpi di foto sub e non sub.

La foto vincitrice (a sinistra) è risultata essere quella di Elio Nicosia che si è "battuto" per il Marina Diving Center. Ottime prestazioni anche di Mirko Mirabella (SharkDivers Lampedusa), David Gentile (Pelagos Diving Center), Giovanni Ombrello (MArenostrum diving center) e Francesco Zizola (Linosa blu diving center) che si sono spartiti primi e secondi posti nelle varie categorie. Nel 2015 si ripartirà con la seconda edizione.

United Airlines e il finning

Fabrizio, 3 dicembre 2014

 

Che cosa centra una compagnia aerea con il fenomeno del finning? Niente, almeno apparentemente. Il punto è che le pinne di squalo vengono quotidianamente asportate (a tonnellate) in tutti i mari del mondo, per poi dover essere trasportate in qualche modo nei paesi dove il loro consumo continua ad essere rilevante. Negli ultimi mesi, numerose compagnie aeree hanno decretato lo stop al trasporto di questi "prodotti", principalmente sulla spinta dell'opinione pubblica mobilitatasi in massa per porre un freno a questo fenomeno. La Air New Zealand, Thai Airwais, Singapore Airlines sono solo alcune delle oltre 29 compagnie di bandiera a non offrire più questo tipo di servizio.

Curiosamente, la United Airlines - una delle principali compagnie aeree del mondo - continua a trasportare ingenti carichi di pinne essiccate verso Hong-Kong. Poche settimane fa è stata indetta una petizione volta a richiedere alla United di interrompere il servizio, nella speranza che si riesca in qualche modo ad interrompere la "logistica" del commercio di pinne di squalo. Se vuoi contribuire, clicca qui. Per firmare basta un secondo.  http://petitions.moveon.org/sign/united-airlines-stop.fb52?source=s.fb&r_by=11978881

L'imbecille del giorno

Fabrizio, 5 dicembre 2014

 

In realtà la notizia non è recentissima, ma vale comunque la pena di riportarla vista l'imbecillità dimostrata dai protagonisti. E' l'8 novembre 2014 quando un gruppo di amici - probabilmente australiani - si trovano in barca a qualche miglio da riva. Ad un certo punto, si manifesta uno squalo (che viene indicato come un tigre, ma un tigre non è - almeno a giudicare dalle immagini a disposizione). I fenomeni, forse in preda ai fumi dell'alcool, o forse semplicemente affetti da sindrome da noia cronica, decidono di fare una scommessa: chi avrà il coraggio di saltare in groppa allo squalo, buttandocisi sopra direttamente dalla barca?

La risposta è semplice: l'imbecille del giorno. Nel video, publicato su Youtube, si vede infatti chiaramente uno degli occupanti dell'imbaracazione che salta letteralmente sullo squalo mentre questo nuota tranquillo in superficie. La domanda è: e se quel povero diavolo di un animale si fosse girato e avesse dato un bel morso all'intrepido zuccone? Si sarebbe gridato all'attacco di squalo anche questa volta?

 

Per vedere il video dell'impresa epica, questo è il link: https://www.youtube.com/watch?v=R1VXI2ZKGFo

Brutto da vedere, ma efficace nei risultati

Fabrizio, 9 dicembre 2014

 

Talvolta l'apparenza inganna. E' di qualche giorno fa un video che mostra alcuni turisiti intenti a "squartare" uno squalo morto su una spiaggia sudafricana. In realtà, si tratta di una storia parzialmente a lieto fine. Sono i primi giorni di dicembre, quando una famigliola americana in vacanza in Sudafrica si imbatte in una femmina di squalo spiaggiata e ormai morta. Tuttavia il gruppetto, notando che all'interno del ventre dello squalo qualcosa si muove, decide di "intervenire" d'urgenza e praticare un taglio Cesareo. Dopo alcune difficoltà nell'incidere la spessa pelle della femmina, il taglio viene praticato e dalla carcassa compare prima un piccolo, poi un secondo ed infine un terzo squaletto.

I tre fortunati fratellini sono stati prontamente recuperati dalla spiaggia e liberati in mare, con la speranza che possano a loro volta diventare adulti.

La morte di una femmina gravida di squalo è sempre un disastro dal punto di vista della conservazione di una specie, dal momento che molti di questi animali divengono sessualmente maturi solo dopo molti anni di sviluppo.

 

L'imbecille del giorno (parte II)

Fabrizio, 10 dicembre 2014

 

Evidentemente, in Australia, adottare comportamenti idioti va di moda. Nel web ci siamo imbattuti in un altro filmato che riprende un ragazzo della terra dei canguri buttarsi in acqua nei pressi di una carcassa di balena. Fin qui (quasi) niente di strano, se non il fatto che nei paraggi si aggirano diversi squali (tra cui un Grande squalo bianco) attratti dai fluidi della balena in decomposizione. 

Il fenomeno, immediatamente dopo il tuffo, si arrampica un po' goffamente sulla carcassa e se ne sta lì seduto, in attesa di venire recuperato da una barca. 

Il punto è: che bisogno c'è di tuffarsi in groppa ad uno squalo (vedi notizia del 5 dicembre), o in mezzo a degli squali che si stanno nutrendo? E' forse una dimostrazione di coraggio, o forse un segno di imbecillità completa? Quello che fa pensare è che, in una situazione limite come questa, nel caso l'imbecille di turno venga morso da uno squalo - magari spinto dalla competizione per la fonte di cibo - sicuramente si scatenerebbe l'ennesima caccia al mostro (e in Australia sono dei campioni in questo). Tanto più se la scena venisse ripresa in diretta. E, alla fine, a farne le spese sarebbero come al solito gli squali. Intervistato dopo alcuni giorni, il tizio - probabilmente rinsavito - ha ammesso di aver una cosa poco "intelligente".

 

Quando il predatore diventa preda

Fabrizio, 11 dicembre 2014

 

Anche gli squali hanno i loro problemi. Talvolta anche piuttosto grandi, come quello di sopravvivere. Qualche giorno fa a Newport Beach (California), un gruppetto di turisti che stavano prendendo parte ad un'escursione di whale watching si è trovato di fronte uno spettacolo insolito: un leone marino che predava un piccolo di squalo volpe. Uno dei turisti è riuscito a girare un video che è stato immediatamente messo su Youtube.

Non è la prima volta quest'anno che uno squaletto finisce in pasto a qualche predatore. Nel mese di settembre, infatti, in un'altro video girato al largo del Costa Rica dal biologo marino Nicholas Bach e dalla fotografa Caroline Power, si è assistito in diretta all'uccisione di uno squalo tigre di 2 metri circa di lunghezza da parte di due orche. Anche in questo caso la battaglia è stata impari, dal momento che - sebbene lo squalo fosse già di dimensioni abbastanza ragguardevoli -  la strategia predatoria dei cetacei, unita alla loro mole, si è ben presto tradotta nella disfatta dell'animale.

Questi fatti, che non sono gli unici ad essere stati documentati sul web, dovrebbero far riflettere su quanto la sopravvivenza dei giovani squali sia messa in pericolo dalla natura stessa e dai meccanismi alla base della catena alimentare. Tuttavia, non dobbiamo dimenticare che è come sempre l'uomo la principale minaccia alla sopravvivenza di questi (e di altri) animali.  

Squali volanti, ma nel lago

Fabrizio, 16 dicembre 2014

 

Uno squalo bianco che balza fuori dall'acqua è sempre uno spettacolo straordinario, ma uno squalo bianco che lo faccia nel bel mezzo di un lago è quantomeno inaspettato.

Siamo nel Lake Macquaire, pochi km a nord di Sidney - Australia. Una coppia di pescatori si trova in barca per una "scampagnata" infrasettimanale, quando avvista uno squalo bianco di un paio di metri intento ad inseguire un banco di pesci. I due, ovviamente, riprendono la scena che si svolge a pochissimi metri da riva. Lo squalo nuota avanti e indietro, per poi scomparire dalla loro vista. I due pescatori, però,  hanno la brillante idea di non staccare la registrazione, sperando in un nuovo avvistamento, quando l'animale salta fuori dall'acqua una prima volta e poi una seconda.

Il ricercatore australiano Barry Bruce ha visionato i filmati, confermando che si sia effettivamente trattato di un giovane squalo bianco (non che ci fossero dubbi in merito). Per quanto eccezionale, la vicenda si giustifica con il fatto che il Lago Macquaire è un lago di acqua salata, pertanto adatta alla sopravvivenza di uno squalo non uso ad entrare frequentemente in acque dolci (a differenza dello zambesi che lo fa abitualmente). Questo  è l'ultimo dei tre avvistamenti di squali bianchi nel lago Macquaire registrati negli ultimi tre anni.  

Come usare bene le proprie risorse economiche

Fabrizio, 23 dicembre 2014

 

Spesso mi sono ritrovato a pensare che cosa avrei fatto con i proventi di una grossa vincita o se, semplicemente, fossi nato ricco sfondato. Non appartengo a quella categoria di persone che si riempirebbe il garage di macchine di lusso, ma certamente viaggerei moltissimo. Tuttavia, ho sempre creduto che chi ha grosse capacità economiche dovrebbe accollarsi il dovere di fare qualcosa di utile per il pianeta. Proprio oggi mi è capitata tra le mani una notizia interessante. Un ricchissimo imprenditore di Singapore, dopo aver visitato il mercato del pesce dell'Isola di Lombok (Indonesia), aver constatato la quantità impressionante di squali e razze scaricate quotidianamente sulle banchine del porto ed esserne rimasto schifato, ha avuto l'illuminazione: perchè non convertire buona parte dei pescatori di squali in guide turistiche? L'idea è buona, ma il rischio è quello di preservare l'ambiente marino da un lato e di depauperarlo dall'altro (troppi turisti sarebbero infatti devastanti per la barriera corallina), ma regolamentando in maniera oculata il numero di visitatori accompagnati in mare, questo effetto collaterale potrebbe essere evitato.

Purtroppo, sebbene la proposta si tradurrebbe in una fonte di reddito sicura (oltre che legale) per gli attuali pescatori, alcuni sono estremamente riluttanti all'idea di abbandonare la proficua pratica del finning. In mare aperto in quelle zone, pescare gli squali, spinnarli e ributtarli a mare è ancora la prassi più diffusa.

Il morso del Goblin

Fabrizio, 26 dicembre 2014

 

Lo squalo più brutto del mondo. Si chiama Goblin ed è l'unico rappresentante della famiglia Mitsukurinidae. Il Mitsukurina owstoni è uno squalo di profondità, molto difficile da osservare. Una troupe intenta a realizzare un documentario su questa specie ha avuto nei giorni scorsi un incontro ravvicinatissimo con un piccolo esemplare. L'animale, nel tentativo di schivare una telecamera, è andato a sbattere con il muso contro il braccio di uno dei subacquei della troupe.

Per riflesso condizionato (cosa piuttosto comune) gli ha sferrato un leggero morso, senza tuttavia penetrare la spessa muta stagna. Al di là dell'episodio, che non ha comportato alcuna conseguenza per il sub, nè per l'animale, è interessante visionare il video nel quale si vede molto bene il meccanismo di funzionamento della mandibola. Estremamente flessibile e disarticolata dal cranio, scatta in avanti di parecchi centimetri per poi rientrare in sede al termine del morso. 

Talvolta, però, il meccanismo si inceppa e la mandibola non rientra correttamente in sede. Questo costringe l'animale a simulare dei morsi finchè tendini e legamenti si riposizionano nella giusta sede. In questo caso di parla di "Yawning". Clicca qui per vedere il video.

Una minaccia da distruggere!

Fabrizio, 29 dicembre 2014

 

In Australia sono degli specialisti in "distruzione delle minacce alla sicurezza pubblica". Ultimamente, però, sembra che gli squali siano diventati il target preferito dalle autorità. Prima il "culling" in risposta ad un paio di incidenti occorsi con dei surfisti e ora la caccia allo squalo bianco. Questa volta, però, la taglia viene messa sulla testa di un esemplare avvistato nei pressi di Warnbro Beach (Australia occidentale). La sua colpa è quella di esistere e di permettersi di nuotare a casa propria. Qualche mese fa, il Governatore della Western Australia aveva risposto alle critiche degli ambientalisti (che lamentavano l'uccisione indiscriminata degli squali bianchi) sottolineando che: 1) gli squali bianchi non sono una specie protetta e, 2) che, costituendo una minaccia per la sicurezza pubblica, vanno eliminati. Salvo che: 1) gli squali bianchi sono una specie protetta e, 2) con questa logica dovrebbero essere sterminate decine di specie di serpenti, ragni, scorpioni, meduse e chi più ne ha più ne metta. Ora siamo punto e a capo. Il fatto stesso che un animale come uno squalo bianco si manifesti in prossimità di una spiaggia costituisce una minaccia a priori e quindi va eliminata. Se proprio si vuole prendere un provvedimento, ammesso che sia necessario, non basterebbe chiudere le spiagge per qualche giorno? No, perchè questo comporterebbe la perdita di denaro per l'indotto del turismo. Quando la smetteremo di considerarci al di sopra di tutto e di arrogarci il diritto di decidere chi debba vivere e chi no, sarà troppo tardi.

Sparito nel nulla

Fabrizio, 31 dicembre 2014

 

La "caccia allo squalo" non sta dando frutti, almeno per ora. Un paio di giorni fa (cfr. notizia precedente) il Governo australiano aveva adottato misure di sicurezza straordinarie a protezione delle spiagge di Warnbro, nell'Australia Occidentale. Come al solito, sono state posizionate le celeberrime "drum lines" (esche dotate di ami) per catturare lo squalo bianco oggetto delle misure precauzionali. La buona notizia è che il "ricercato" è sparito nel nulla. A quanto sembra, infatti, l'esemplare è un adulto precedentemente marcato per seguirne gli spostamenti. Dopo cinque giorni di tentativi, le autorità hanno gettato la spugna e deciso di rimuovere le esche. Questo anche come conseguenza del fatto che, come sempre accade in questi casi, l'esemplare target sparisce, mentre molti altri squali - giovani e femmine gravide inclusi - vengono uccisi senza motivo, abboccando alle esche. A quanto sembra, tuttavia, essendo l'esemplare dotato di marcatore satellitare, i ricercatori continueranno a tracciarne i movimenti e, nel caso dovesse nuovamente manifestarsi nei pressi della spiaggia, le drum lines verranno di nuovo calate in acqua. Dal momento che nei giorni scorsi sono stati catturati accidentalmente molti squali "non target" - alcuni anche di dimensioni ragguardevoli - viene da chiedersi se prima o poi nel paese del canguri arriveranno a comprendere che questo tipo di misure preventive è solo dannoso, oltre che inutile. Speriamo  che il nuovo anno porti un po' di buon senso, ma non solo in Australia. 

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