Ultime notizie
2015
BUON ANNO!!
Fabrizio, 1 gennaio 2015
Che sia un anno pieno di soddisfazioni per tutti noi (e di buon senso per chi ha il potere di salvaguardare il nostro pianeta e i suoi abitanti).
Squali volanti a Manhattan Beach
Fabrizio, 6 gennaio 2015
Manhattan Beach, California. Dopo New Smyrna Beach (Florida) è forse la spiagga più spesso citata dai notiziari americani. Il motivo è semplice: incidenti tra squali e bagnanti oppure squali e surfisti. Questa volta non è accaduto niente di grave, ma il protagonista di questa avventura si è portato a casa una sorpresa insaspettata. Visionando un filmato girato il 21 dicembre scorso nei pressi di Manhattan Beach, l'uomo - un turista californiano - ha infatti notato di aver ripreso per caso un piccolo squalo che saltava e piroettava fuori dall'acqua a un paio di metri da un ignaro surfista. A prima vista scambiato per uno squalo spinner, l'esemplare è stato successivamente identificato dallo Shark Research Institute come un giovane di squalo bianco. La cosa non dovrebbe sorprendere per diversi motivi: il primo è che la spiaggia di per sé stessa ha una serie di caratteristiche (tra le quali la presenza di un famosissimo molo frequentato da pescatori) che la rendono comunemente frequentata dagli squali, bianchi inclusi. Il secondo è che i giovani di squalo bianco spesso si "esercitano" alla caccia con qualsiasi cosa si trovi in superficie, tavole da surf incluse.
W la Marina australiana
Fabrizio, 9 gennaio 2015
Talvolta il buon senso (e un po' di fortuna) hanno la meglio. E' fine Dicembre 2014 e siamo alle Ashmore Islands, 800 kilometri a ovest di Darwin. Il cacciamine HMAS Huon della Royal Navy australiana avvista alcune long lines alla deriva e il comandante decide di ispezionarle. Da un primo esame, risulta evidente che si tratta di long lines abbandonate, o forse perse da qualche imbarcazione. In totale sono cinque, lunghe 400 metri e dotate di circa 25 ami ciascuna. Come sempre accade in questi casi, le longlines portano con se carcasse di ogni tipo: delfini, tartarughe e, soprattutto, squali. Questo caso non è diverso dagli altri e, man mano che le lenze vengono recuperate iniziano a comparire le prime carcasse. Per fortuna, alcuni degli animali che hanno abboccato sono ancora vivi. Tra questi anche tre squali: due piccoli tigre e un bronze whaler di due metri e mezzo. I tre esemplari sono stati prontamente liberati dall'equipaggio, apparentemente in buone condizioni generali. Altri squali non sono stati così fortunati, essendo rimasti completamente attorcigliati nelle lenze, dopo aver abboccato all'amo. Le long lines, purtroppo, sono tra le principali cause di by-catch che coinvolgono gli squali.
Nascita in diretta
Fabrizio, 13 gennaio 2015
Dei grandi squali pelagici non si sa molto, specialmente quando si parli della loro riproduzione. E' proprio per questo che la notizia di oggi ha del sensazionale. Pochi giorni fa nelle Filippine, un gruppo di ricerca inglese, coordinato dal dott. Simon Oliver della Chester University, si trovava in immersione per raccogliere dati su uno degli squali pelagici più "strani" e affascinanti: lo squalo volpe. Questa volta, però, la raccolta dati è andata ben oltre le aspettative del gruppo. Un esemplare femmina in età riproduttiva ha infatti "dato spettacolo", partorendo un piccolo in diretta. L'immagine, scattata da un membro dello staff del dr. Oliver, non è stata immediatamente riconosciuta come sensazionale, dal momento che il fotografo non ha notato l'evento. Solo in un secondo tempo, riguardando gli scatti, è emerso chiaramente che la femmina al momento della fotografia stava dando alla luce un piccolo. La foto ha ben presto fatto il giro del mondo, approdando sui PC dei maggiori studiosi di squali volpe. Il dott. Simon Thorrold, ricercatore del Woods Hole Oceanographic Institution (Massachusetts, USA) ha definito la fotografia come "straordinaria", proprio per la sua unicità. Il gruppo di Oliver ha prontamente pubblicato i risultati della scoperta sulla rivista Journal Coral reef.
Migliaia di attacchi mortali?
Fabrizio, 14 gennaio 2015
Un nuovo braccialetto "antisqualo". E' la notizia uscita ieri sulla rivista Surfer Today che cita l'entrata in commercio di un particolare braccialetto in grado di repellere gli squali. Il dispositivo ha un principio di funzionamento ormai arcinoto: gerera un campo elettromagnetico di intensità sufficiente a provocare fastidio e dolore negli squali, sovrastimolandone le Ampolle del Lorenzini. Dispositivi analoghi esistono da diversi anni (lo Shark Shield su tutti) e sono già stati sperimentati su diverse specie di squalo, bianco incluso. E' indubbio che possano essere efficaci, specialmente su piccoli esemplari di specie differenti. Quello che fa pensare, tuttavia, è il sottotitolo dell'articolo che cita "gli squali hanno già ucciso migliaia di surfisti e nuotatori in tutto il mondo". Indubbiamente è un titolo sensazionalistico, ma fa comunque dispiacere che una rivista che si occupa di mare - e che di conseguenza dovrebbe essere attenta alla conservazione di TUTTI i suoi abitanti - navighi sulle onde del terrore generato dagli squali sugli esseri umani. Come si fa a parlare di migliaia di attacchi mortali, quando le statistiche ufficiali parlano di circa 2200 incidenti registrati complessivamente nell'ultimo secolo? A far due conti, essendo gli incidenti mortali pari a circa l'8% di quelli totali, non si arriva i 200 casi in 120 anni di storia.
In arrivo il nuovo capolavoro del cinema mondiale
Fabrizio, 18 febbraio 2015
A ridosso (mancano un paio di mesi ormai) della notte degli Oscar, è in arrivo un nuovo capolavoro. In realtà si tratta di un sequel: Sharknado 3! Sì perchè, sull'onda del successo planetario avuto dal colossal del cinema di serie C "Sharknado", i produttori hanno pensato bene di produrre non solo il secondo capitolo, ma addirittura il terzo. Il primo, ambientato a Los Angeles, vedeva letteralmente piovere gli squali dal cielo a seguito di un'enorme tromba d'acqua. Curiosamente, nonostante la trama e il livello di recitazione fossero degni di un film amatoriale girato negli anni quaranta del secolo scorso, a milioni si sono precipitati al cinema. I produttori della boiata hanno quindi cavalcato l'onda con il sequel Sharknado 2 (questa volta ambientato a New York). Pochi giorni fa l'annuncio del terzo capitolo della saga, in uscita a luglio 2015. Per non farsi mancare niente, la tempesta di squali arriverà su Washington e Orlando, in Florida. Confermato il cast al completo che pare aver trovato il filone d'oro. Avanti di questo passo, i prossimi Sharknado investiranno anche l'Europa. Con un po' di fortuna, potremmo vedere anche qualche squalo bianco precipitare in parlamento. In quel caso, andremmo volentieri a vedere il film.
In partenza per Guadalupe
Fabrizio, 15 giugno 2015
Alle volte i sogni si avverano. Avevo sette anni la prima volta in cui ho visto uno squalo bianco su una rivista a colori e, da allora, ho sempre sognato di incontrarne uno. Ho dovuto attendere 27 anni per coronare il mio sogno, quando nel 2006 mi sono immerso per la prima volta in una gabbia in Sudafrica. Ma mancava qualcosa... Oggi, a nove anni esatti di distanza da quel primo incontro, so che tra due mesi troverò quel "qualcosa" mancante e che lo troverò a Guadalupe. A fine agosto, SharkSchool Italy e SharkSchool si incontreranno al largo delle acque territoriali messicane per un progetto di ricerca sullo squalo bianco. Non so ancora esattamente cosa ci aspetti, ma trovarmi a contatto per cinque giorni con squali bianchi dai quattro ai cinque metri sotto la guida esperta di Erich Ritter non è da tutti i giorni. La cosa certa è che tornerò da quella spedizione con un'esperienza in più, nuovo materiale fotografico e video e, soprattutto, nuovi corsi da insegnare ai subacquei nostrani. Come si dice in America: I'm looking forward to it!
Doppio incidente in Nord Carolina
Fabrizio, 16 giugno 2015
In perfetto stile "attacchi del 1916" gli eventi della settimana scorsa, accaduti nella Carolina del Nord (USA) danno da pensare. Domenica scorsa, a distanza di poche ore, due adolescenti sono stati morsi da altrettanti squali e sono stati feriti seriamente, ma non sono in pericolo di vita. Come dimostrato dal team di ricerca di Erich Ritter, tuttavia, la Carolina (specialmente quella del sud) è una zona ad alto rischio, ben peggiore della Florida in termini di probabilità di incappare in un morso di squalo. Ciò per una serie di circostanze: la presenza della corrente del Golfo, di svariate specie potenzialmente pericolose (tra tutti squali bianchi, tigre e zambesi) e l'elevato numero di bagnanti che popolano le spiagge della zona. Tuttavia, la spiaggia dove si sono verificati i due eventi presenta una costellazione di fattori importante che la rendono particolarmente a rischio. Primo tra tutti, un molo utilizzato da pescatori sportivi che catturano pesci, li puliscono e scaricano frattaglie in mare. In questo modo, i bagnanti si trovano nel bel mezzo di una scia odorosa fortemente attrattiva per gli squali. Se a questo si aggiunge la scarsa visibilità in acqua e gli schiamazzi dei bagnanti, la frittata è fatta. Le condizioni perchè si verifichi un incidente sono servite. Lo ripetiamo ancora una volta: laddove ci siano acque popolate di squali potenzialmente pericolosi, la balneazione in prossimità di moli per la pesca dovrebbe essere vietata.
Uno squalo bianco nel canale di Sicilia
Fabrizio, 18 giugno 2015
Si sa che lo squalo bianco abita le nostre acque. Pochi giorni fa (l'11 giugno) è stato girato un video che riprende chiaramente una pinna di squalo (successivamente identificato come uno squalo bianco) fendere le acque del canale di Sicilia.
Non è la prima volta che succede e non sarà l'ultima. Alcuni giornali hanno riferito che l'avvistamento è da imputarsi ai cambi climatici che avrebbero portato questa specie nei nostri mari. In realtà le condizioni del Mediterraneo sono ideali per questo animale, del quale nel corso degli anni ne sono stati avvistati e pescati diversi esemplari.
Equador, sequestro record di pinne
Fabrizio, 19 giugno 2015
Un sequestro record di pinne di squalo. E' successo in Ecuador poche settimane fa nella cittadina portuale di Manta, dove le autorità hanno fatto una serie di retate a seguito di "soffiate" ricevute da informatori locali. Nel complesso, sono state trovate e contate circa 200.000 pinne di squalo di tutte le dimensioni, accuratamente messe ad essiccare e quasi pronte per essere spedite in Asia.
Da un rapido conteggio, è stato stimato che siano stati uccisi circa 50.000 esemplari appartenenti a diverse specie per produrre una simile quantità di pinne. Lo spinnamento degli squali è una pratica ancora estremamente diffusa nel mondo. L'Ecuador, tuttavia, ha reso illegale il finning da diversi anni, a meno che gli squali non vengano pescati accidentalmente. Tuttavia, così come si verifica in diverse parti del mondo, pescherecci "pirata" stanno eliminando dalle acque del pianeta questi grandi predatori, riempiendosi le stive con tonnellate di pinne che poi vengono spedite nel continente asiatico.
Anche l'Europa gioca la sua parte. La Spagna, ad esempio, è una delle principali responsabili della pratica del finning a livello mondiale.
Una verdesca a Pegli (Ge)
Fabrizio, 23 giugno 2015
Una normalissima domenica pomeriggio si è trasformata in una domenica da ricordare. Un paio di giorni fa, a Pegli (Genova), numerose famiglie si stavano godendo il sole pomeridiano in spiaggia, come tante altre domeniche, senonchè un ospite inaspettato ha fatto loro visita.
Una piccola verdesca di circa mezzo metro di lunghezza si è avvicinata alla riva, iniziando a nuotare tra le gambe dei bagnanti. L'animale sembrava piuttosto disorientato e incapace di trovare la sua strada verso il mare aperto. Alcuni turisti si sono spaventati, altri hanno impugnato i telefonini iniziando a scattare foto all'impazzata. L'animale, arrivato a pochissimi metri da riva, è poi stato accompagnato al largo, verso acque più profonde che sono il suo habitat naturale.
Non è infrequente l'avvistamento di verdesche di queste dimensioni nelle nostre acque, anche se le verdesche sono squali pelagici che difficilmente si addentrano in acque basse. E' di ieri la notizia di un'altra verdesca avvistata nelle acque della Sardegna, mentre il 2014 è stato un anno record in questo senso: Spagna, Italia e Corsica sono state visitate a più riprese dal famoso "blue shark".
W la RAI
Fabrizio, 26 giugno 2015
Questa sera su RAI 4 l’ultima avvincente puntata del “CICLO ESTATE ASSASSINA”.
Inutile dire che tre puntate su quattro sono state dedicate agli squali con, in ordine di apparizione, ma non di bruttezza: Dark Tide, Raging Sharks e Shark Attack. Passiamo sopra al primo (solo perché la protagonista è Halle Berry che è sempre un bel guardare), ma il secondo dev’essere veramente un capolavoro del cinema. Leggendone la recensione, Raging Sharks parla di orde di squali divenuti famelici a seguito dell’ingestione di cristalli alieni… No comment.
Che la televisione nazionale (è pur sempre la RAI, no?) dedichi tre serate su quattro a trasmettere l’ennesimo messaggio distorto su questi animali è veramente una follia. Ormai anche i muri sanno che ogni anno circa 100 MILIONI di squali vengono uccisi a scopi commerciali, ricreativi, o che rimangono vittime del fenomeno del by catch. Questo non interessa a nessuno (o quasi) e il motivo è che le persone hanno il terrore di questi animali. Allora perché usare la televisione pubblica per fomentare la paura, anziché informare i telespettatori sulla vera natura – tendenzialmente pacifica – di questi animali?
Attacco ad una gabbia. O forse no?
Fabrizio, 2 luglio 2015
Da Repubblica TV:
"Dentro una gabbia, nella Mossel Bay, per ammirare la bellezza "spaventosa" del grande squalo bianco. L'esperienza da brivido - per quanto prevedibile ed auspicabile dagli intrepidi turisti delle spiagge sudafricane che si cimentano nel cosiddetto 'cage-diving' - si è trasformata in un film dell'orrore quando un esemplare lungo oltre tre metri e mezzo ha iniziato a mordere la gabbia con inaudita violenza. Il filmato, pubblicato da Hillary Rae, è diventato immediatamente popolare sui social network."
Siamo alle solite. Quand'è che la si smetterà di dipingere gli squali come animali aggressivi e senza cervello? Il motivo per il quale le gabbie vengono morse è che lo squalo viene stuzzicato per ore con esche di ogni tipo che vengono trascinate verso la gabbia stessa. Presto o tardi, un morso ci scappa. Ma l'ultima intenzione dello squalo è quella di "acchiappare" il subacqueo che sta al suo interno. Un conto sono i film ("Lo squalo" insegna), un conto è la realtà.
Per vedere il video: http://video.repubblica.it/mondo/sudafrica-immersione-da-brividi-lo-squalo-bianco-attacca-la-gabbia/205997/205102
Un altro attacco che non è un attacco..
Fabrizio, 20 luglio 2015
Un attacco di squalo ripreso in diretta. Ma anche questa volta, non si tratta un attacco!
Ieri, 19 luglio, durante la finale del campionato del mondo di surf che si teneva in Sudafrica, le telecamere stavano riprendendo il tre volte campione mondiale Mick Fanning quando, improvvisamente, compare una pinna dorsale, poi una caudale e, tra gli spruzzi, il surfista viene “disarcionato” dalla sua tavola. I media si affrettano a parlare di attacco, ma né la tavola né il surfista subiscono alcun danno. Nemmeno un graffietto. E’ molto probabile che l’animale (al 99,9% uno squalo bianco, a giudicare dalle immagini) sia stato incuriosito dai rumori prodotti dalla tavola da surf e si sia avvicinato per dare un’occhiata più da vicino, per poi trovarsi impigliato nella sagola che assicura la tavola da surf alla caviglia dell’atleta. Da qui tutto il trambusto, che si è tradotto in un laccetto reciso. Niente di più. Sebbene questo tipo di accadimenti possano suscitare timore, dobbiamo imparare a leggere in modo critico le notizie che ci vengono propinate ogni giorno. Specialmente quelle sugli squali che nel 99% dei casi vengono enfatizzate per carpire l'attenzione dell'opinione pubblica. I surfisti sanno benissimo che, in alcune zone del mondo, la loro attività è a rischio, ma lo accettano e continuano a coltivare la loro passione. Non ci dimentichiamo che il mare non è casa nostra, ma casa degli squali.
Gabbie antisqualo fai da te
Fabrizio, 22 luglio 2015
Sarà la psicosi da squalo ad attanagliare gli Stati Uniti, ma questa non si era ancora vista. C’è chi si è inventato una gabbia per proteggersi mentre si va a fare il bagno. O forse è tutto uno scherzo. Quella della gabbia fatta in casa è l’insolita idea di una coppia di Richmond (Virginia) che si è presentata in spiaggia con una sorta di gabbia protettiva e così è entrata in acqua. Alla vista dell’insolita scena, un bagnino è intervenuto chiamando fuori dall’acqua i due geniali turisti. Solo quando sono usciti si è capito che era tutto uno scherzo: la gabbia era fatta in plastica e dipinta come se fosse acciaio. Uno scherzo che il bagnino non ha comunque gradito: anche quando i due hanno iniziato a far ondeggiare le sbarre dimostrandogli che non erano in acciaio, il ragazzone in pantaloncini rossi non ne ha voluto sapere e li ha fatti uscire. Lo "scherzo" ricorda vagamente alcune scene del film Lo squalo, nelle quali un paio di ragazzini nuotano tra i bagnanti con un pinna legata alla schiena, scatenando il panico.
Scherzo o non scherzo, è evidente come le continue notizie "terrificanti" diffuse dai media spaventino le persone, quando le notizie davvero serie (relative, ad esempio, al finning) vengono spesso tralasciate.
Cecil il leone
Fabrizio, 2 agosto 2015
Cosa c'entra Cecil, un "ex" leone ucciso da un dentista imbecille, con un sito dedicato agli squali? Apparentemente niente, ma la foto qui a sinistra ci dà un indizio. E' morto lui, così come è morto lo squalo di destra, miseramente appeso a testa in giù su uno dei tanti moli del mondo. Cecil era il leone simbolo dello Zimbabwe; lo squalo volpe non era il simbolo di niente e di nessuno ed è forse per questo che per il primo si è mobilitata (giustamente) l'opinione pubblica mondiale, mentre per il secondo c'è forse stato qualche commento indignato sui social networks. Tuttavia, entrambi i casi sono gravissimi. Sia Cecil sia lo squalo erano predatori ed entrambi contribuivano a mantenere vivo e in equilibrio il loro ecosistema. Il dramma è che, nel caso degli squali, ogni giorno vengono uccisi migliaia di Cecil che diventano decine di milioni nel corso di un anno. Il punto è che dobbiamo comprendere che TUTTI gli animali (e soprattutto i superpredatori) devono essere preservati, se vogliamo continuare a vivere su un pianeta che abbia una parvenza di equilibrio. Questo comporta che anche a quegli animali che ci sono meno "simpatici", o che ci fanno più paura (come gli squali), debba essere dedicata la stessa attenzione di quelli a forma di "peluche" (tigri, orsi, leoni e compagnia bella).
Taggare gli squali bianchi va bene, ma..
Fabrizio, 18 agosto 2015
... a quale prezzo? Nel video, che gira da qualche giorno sulla rete, si vede uno squalo bianco visibilmente sofferente che si dibatte su una piattaforma. Il sanguinamento dalla bocca, inoltre, suggerisce che l'animale è stato issato a bordo con metodi non propriamente amichevoli. Il tutto fa parte di un programma di "ricerca" sugli squali bianchi ampiamente pubblicizzato da una serie di documentari in onda su Discovery. In sintesi, gli squali bianchi vengono attratti con delle esche agganciate a grossi ami, dopodichè, una volta che hanno abboccato, vengono trascinati su una piattaforma sommergibile che viene sollevata fino a portare l'animale fuori dall'acqua. Quest'ultimo, poi, viene sottoposto ad una serie di misurazioni e rilievi, per poi essere marcato con un tag satellitare e rilasciato. Fin qui tutto (o quasi) bene, senonchè 1) la modalità di cattura è estremamente invasiva 2) il peso del corpo dell'animale fuori dall'acqua lo schiaccia, con possibili danni agli organi interni 3) sarebbe possibile evitare tutto questo stress, utilizzando metodi meno brutali e, 4) la ricerca, nel caso specifico, c'entra poco o niente. Piuttosto si tratta di un'attività che va avanti perchè foraggiata da Discovery che, evidentemente, è a corto di idee per documentari interessanti.
Il video completo è a questo link:https://www.youtube.com/watch?v=2fqJM19GL-c
Shark Rescue - The movie
Fabrizio, 27 settembre 2015
Purtroppo l'informazione viaggia a senso unico e il messaggio è sempre lo stesso: gli squali sono pericolosi! Fortunatamente c'è chi cerca di invertire la tendenza, facendo della vera informazione. In questo caso i promotori dell'iniziativa (che, come da titolo, si chiama Shark Rescue - The movie) hanno pensato di mettere la propria notorietà al servizio della salvaguardia di questi animali.
Christian Redl, apenista detentore di svariati record del mondo, e Wolfgang Fruhwirth, cantautore austriaco con diverse hits nella classifica nazionale, hanno messo mano al portafogli e stanno lavorando ad un progetto molto ambizioso. L'obbiettivo è quello di produrre un film-documentario che porti a conoscenza del grande pubblico la situazione disastrosa in cui versa la popolazione degli squali, proponendo alcune soluzioni per interrompere il loro sterminio. Hanno già dato il loro contributo alla pellicola svariati ricercatori e professionisti del mondo della subacquea, che si sono dichiarati estremamente favorevoli ad un'iziativa come questa. Nei prossimi giorni chiederemo il supporto di tutti. E' assolutamente necessario che la produzione del film arrivi a conclusione e questo richiede molte risorse, oltre che impegno e dedizione. La prima cosa da fare per salvaguardare gli squali è combattere la disinformazione e questo film serve proprio a questo.